«Ha realizzato la sua visione del capolavoro verdiano con misura e buonsenso, senza cadere in forzature o provocazioni»

 

L’OPERA

«Patrizia Di Paolo, nell’allestimento di Rigoletto andato in scena con successo al Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso, affida a Gilda il riscatto dei personaggi e della vicenda. La sua lettura sottolinea, anche attraverso tableaux vivants e la proiezione di dipinti di Rubens popolati di bellezze formose, che alla corte del Duca la condizione della donna è quella di un
“corpo senza voce”.
Pure all’interno del nucleo familiare isolato e asociale di Rigoletto non c’è spazio per la voce femminile: la madre è assente e il rapporto padre-figlia è segnato da incomunicabilità e conflitti. Ebbene, secondo la regista, sono l’amore salvifico di Gilda e la sua capacità di perdonare a redimere sia l’uomo che ama (o la sua immagine, non importa), che il padre. Nell’ultima
scena, invece di morire tra le braccia di Rigoletto, la giovane si allontana da lui con volto sereno e incedere ieratico, avvolta da
una luce spettrale.
Al buffone non rimane che abbracciare un sacco vuoto, mentre sullo sfondo giganteggia la riproduzione di un’altra tela di Rubens, Saturno che divora suo figlio, a simboleggiare la maledizione. Il merito della Di Paolo è di realizzare questa sua visione del capolavoro verdiano con misura e buonsenso, senza cadere in forzature o provocazioni, cercando di ottenere dai cantanti una recitazione priva di enfasi. Suggestive, come accennato, le proiezioni su velari di tulle e sul fondale di dipinti di Rubens che, oltre a stabilire legami simbolici tra cromie e sentimenti, si integrano con i bei costumi rinascimentali e le gradevoli scene di impronta tradizionale.» (Roberto Mori).

 

LA NUOVA FERRARA

«La regia di Patrizia di Paolo, nel solco della tradizione, è piaciuta e le suggestioni che ha saputo creare erano esplicate nei commenti e nei sorrisi soddisfatti del pubblico nel foyer durante gli intervalli: oltre alla buona recitazione dei cantanti, la Di Paolo ha saputo creare tensione emotiva con la proiezione sul sipario di tulle, fondale e quintine, di quadri di Rubens, pittore cinquecentesco alla corte dei Gonzaga a Mantova: una cosa inaspettata e semplice come l’uovo di Colombo.”
“Patrizia Di Paolo, regista, voto 8: mano sicura e idee non cervellotiche per la sua regia, il pubblico la ama già.»

 

«“Patrizia Di Paolo: mano sicura e idee non cervellotiche per la sua regia, il pubblico la ama già.»

 

«all’eccellenza dell’interpretazione e all’emozione della traviata, che viene a piangere sulla spalla di uno spettatore, prima di morire nella penombra dell’alcova.

 

 

LE FIGARÒ

«Increduli, si assiste al dramma lirico che si dispiega, a pochi passi dai nostri occhi.
In alternanza, il Portego e la sala Tiepolo si animano, si trasfigurano nella grazia di un istante in cui la musica si unisce alle voci, al movimento degli archi, all’eccellenza dell’interpretazione e all’emozione della traviata, che viene a piangere sulla spalla di uno spettatore, prima di morire nella penombra dell’alcova.»

THE DAILY TELEGRAPH

«Cultura – alta cultura – si chiama. Le opere sono rappresentate in un palazzo del diciassettesimo secolo ben conservato Palazzo Barbarigo-Minotto , il pubblico viene invitato a spostarsi dai salotti alla camera da letto per vivere le diverse parti della serata.
Siamo affascinati dalla qualità della musica, lo splendore della scenografia, la forza e la passione del canto. Con la maggior parte dei palazzi lungo il Canal Grande, da tempo abbandonati (o acquistati da ricchi stranieri), il Barbarigo-Minotto è uno dei pochi dove le luci brillano.»

 

«Siamo affascinati dalla qualità della musica, lo splendore della scenografia, la forza e la passione del canto»

THE ARGUS

«Un’opera stupenda vince il primo Argus Angel Award – Quest’opera sull’amore e sulla perdita è assolutamente stupefacente, completamente coinvolgente e, talvolta, solleva i capelli sulla parte posteriore del collo … Dopo due e tre quarti ora di questa opera così intima , sono emerso in North Street, con un groppo alla gola e una lacrima sulla guancia …»

 

«Un’opera stupenda vince il primo Argus Angel Award»

 

Suoni delle Dolomiti: l’opera lirica a duemila metri

TGR TRENTO
“Il pubblico è salito numeroso ed ha premiato gli interpreti e la regia di Patrizia di Paolo, che ha saputo sfruttare appieno la particolare ambientazione dolomitica, con numerosi applausi lungo tutta l’esibizione sino alla standing ovation finale e alla richiesta di bis…”
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